martedì 28 aprile 2009

LA STELLA

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CORANO CXVI


SURA DEGLI UOMINI


Nel Nome di Dio Clemente Misericordioso

IO MI RIFUGIO PRESSO IL SIGNORE DEGLI UOMINI
RE DEGLI UOMINI
DIO DEGLI UOMINI
DAL MALE SUSSURRATORE FURTIVO
CHE SUSS URRA NEL CUORE DEGLI UOMINI
DAL MALE DEI GINN E DEGLI UOMINI


LA CASA DI ALLAH

E’ ora di capire il motivo di un atto imprenscindibile dall’Islàm: il Pellegrinaggio e il Concetto di Casa di Allah.

LA STELLA


Shi’ar si leva nel cielo mesopotamico e traccia la ‘Via’ perfetta dell’uomo che erra continuamente…l’Uomo Profeta sente dirsi: “ E non vi abbiamo forse trovato erranti?…” e ora ricorda quando venne detto a Mohammed:

CORANO XCIX – 1- 4.
“1 Quando la Terra sarà scossa da uno scuotimento 2 quando la Terra rigetterà i suoi fardelli 3 quando l’essere umano chiederà : Che ha Mai? 4 Quel giorno essa porterà i suoi racconti (…)”

Da quante ere il deserto venne abitato da entità immani ed eterne?
Shi’ar è nel cielo da sempre, per volontà Sua, del Creatore che ora non è più nel Profeta, ma è andato oltre, oltre quei due tiri d’arco, mentre l’essere umano, che un giorno chiederà alla Terra: che hai mai? Egli è rimasto legato, e la Stella, Sirio, Shi’ar gli deve rammentare ogni notte della sua esistenza sino al giorno del giudizio che ormai è introppolato nella sua Via, la Sharìa.

Il Profeta sapeva che la Voce del Sacro Recitato, un tempo udita assieme ad altre entità nelle brume aride e roventi della Terra di Mezzo, ora era solo la Voce.
Shi’ar doma la Sharìa e il suo Signore, il Signore di Sirio è Allah.
Al Shirà è la sua costellazione, il Canis Majoris, e AlSShir’à Al’abwur è la via tracciata dagli astri stessi che conducono alla sua porta: la Via Lattea. Allah è il Singore dei Mondi, questo gli venne detto al Profeta ma non più a colui che andò oltre dio.

CORANO LIII \ 48-49
“(…) Egli è certo il Signore colui che arricchisce e fa acquisire, Egli è il Signore di Sirio (…)”

Ma i ricordi del Profeta si stendono sulla Mecca, e sulla Pietro Nera che Abramo, secondo il Nuovo Ordine che il dio andava scrivendo nel deserto arabico, avrebbe posato per suo volere, la Ka’ab. Shi’ar è la Pietra Bianca secondo il Vecchio Ordine della natura mesopotamica, e Hubal difendeva la Pietra Nera dai sacerdoti della Pietra Bianca.
Shi’ar insolitamente ha un nome che evoca l’antica Madre Isthar, e Manat era l’antica dea della Mecca, che lo stesso Profeta ricorda:

CORANO LIII \ 19-20
“(…) Egli ha visto i Suoi Più grandi Segni – Ha visto All at All Uzza e Manat la terza? (…)”



Nel Viaggio Notturno, Allah proferisce:
(…)Ponemmo all’Inferno i nostri angeli forti, duri e crudeli, affinchè compissero e osservassero quel che comandammo ed essi ci obbedissero…(…)
Gabriele a Mohammed rivela:
Dio ha creato gli angeli infernali dal fuoco e nel fuoco si nutrono, vivono nel fuoco come i pesci nell’acqua, un’ora senza fuoco morirebbero…

E queste creature celesti hanno in se stesse cicli di ere:
70.000 anni Dio fa bruciare il Primo Fuoco, che diviene Rosso, 70.000 anni dura anche il Secondo Fuoco che diviene Bianco, 70.000 anni brucia il Terzo Fuoco che diviene Nero. E’ il Fuoco che arde senza fiamma.

Nel cuore della Città Santa, Mecca, si leva la Roccia Sacra, ammantata da un velo nero. Abramo la pose lì, cuore di un mondo legato ai primi giorni della Creazione, quando l’Uomo si fece di terra, per essere creazione e creatore.
La Ka’ba al centro della Mecca obbliga chi segue la Parola di Allah a farvi ‘ritorno’ almeno uina volta nella vita. Non si tratta di un ‘viaggio d’andata’ ma di un cammino di ritorno.
La Casa, la Baith del Pellegrinaggio prelude uno stato supremo dell’essere Uomo, giunto attraverso il tawhìd: soffi profumati dell’Identità Suprema.
L’Hajj, il grande pellegrinaggio è preludio al ‘ritorno notturno’ alla Casa, al compimento di dello stato sovra individuale della propria coscienza.
Sia l’Hajj quanto l’Hijj il Grande e il Piccolo Pellegrinaggio, Ibn Al Arabi, mistico sufi e filosofo arabo, dice di Hajj e Hijj: “comprendono nelle loro stesse parole tutto ciò che è riferito allo sviluppo possibilità dello stato umano visto nella sua integralità.”

LA CASA DEL SIGNORE DEI MONDI.

Mecca è il Cuore del Mondo dunque. La meta finale verso la quale l’Uomo deve tendere, per compiere l’ultimo atto della sua volontà: tornare Parola. L’Uomo sa che Kalàm, parola, segna un ricordo ancestrale, la Kalm, ferita. La Parola indica lo stato dell’Attualizzazione nella quale l’Uomo d’Argilla manifesta la propria creatività: mawijud, la sua esistenza attuale. E la Parola è la cesura fra coloro che prima erano gli abitanti di Ka’ba:
prima della discesa di Adamo, il santuario velato della Ka’ba era un centro di pellegrinaggio degli Angeli. E’ lo stesso Mohammed che afferma:
“Prima che Adamo discendesse dal Paradiso, il Tempio (al Bayt) era Giacinto dei giancinti del Paradiso.
Dunque non si parla di un ‘luogo’ terreno. Non è una regione nostra, né del Giudizio Finale, si tratta invece della Terra Celeste, o Terra dei Viventi. Con il resto del fango dal quale venne creato Adamo, fu fatta la terra.
Mecca è la terra della Verità Essenziale dunque, dell’atto creativo (Uomo) e dell’atto ordinante (Angeli).

Ora l’Uomo islamico ha in se il mistero delle sue origini prima della sua ‘dimenticanza’ , nisyàn. L’Uomo in Allah era Imru o Rajul… radice che dovrebbe ricordarci quanto visto nella 2a parte della nostra indagine: MR l’Amar o Amor, il significato di Gesù. L’Uomo era Amore in Dio, prima della sua emanazione e della successiva creazione nell’argilla come atto di volontà creativa infusogli da Allah. Ora che l’Uomo è nella realtà attuale, nel mondo della wuyùd, creato e creante, ma in uno stato di nisyàn, Uomo diviene nàs e quindi Insàn. Ora, l’Uomo / Insàn è colui che compie il Pellegrinaggio, l’unico atto obbligatorio dell’Islàm.
Il Pellegrinaggio è visibile in due sfumature distinte. Come Hijj, ossia il Pellegrinaggio Iniziatico e Hajj, Pellegrinaggio Comunitario

Nella Mecca si hanno due realtà che si fondono nella Verità Essenziale:
l’Uomo /Parola / Creazione e gli Angeli / Messaggio/ Ordine.
L’Uomo Adam è Kun, sii!, ordine creante imperativo del Dio Tutto. Gli Angeli sono Kalam: parola, Malak è il nome arabo di Angelo. Malak è l’iscrizione contraria esatta di Kalam. Il loro nome di forma leggendo da destra, principio ordinante, il concetto della Parola creante e forma attualizzante dei coabitanti del Mondo, gli Uomini. Ma gli Uomini nella Kalàm hanno il principio temporale, non la loro essenza, loro sono Kun, sii!, imperativo al quale non possono sottrarsi. Dio ha detto all’Uomo, mentre erano ancora Tutto nell’Uno, sii!, e l’Uomo Fu, non venne creato. Prima trascorse l’idea del Kun quindi venne la Kalàm che trasportò l’Uomo all’argilla. Malak furono invece coloro che trasferiscono Kalàm di Allah verso l’Uomo \ Kun.
Si narra che Mohammed incontrò una donna, la quale compiva il suo pellegrinaggio, astenendosi dal parlare. Egli le disse: Ttakallam! Parla! Non vi è pellegrinaggio per chi non parla”
Il filosofo Ibn Arabi racconta questo fatto come la sostanza stessa dell’Uomo: è dal Verbo Sii! che abbiamo forma, e la Parola Kalàm è la nostra manifestazione attuale, il silenzio è la non manifestazione.

Soffermiaci sul Kun islamico.
Nella genesi giudaica e cristiana, il concetto di Sii! Viene espresso con il Fiat Lux, non con la creazione dell’Uomo.
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1La Creazione è associata con lo Yod ebraico (1) e Yaa arabo (2),


L’Uomo è dotato di ‘attualizzazione’, la cui realtà essenziale risiede nel verbo proferito il Nutq. Lo Yod è la Ferita che quest’attualizzazione umana compie nell’atto creativo attraverso lo stato temporale. Fiat Lux, e Sii sono gli stessi momenti della Creazione dunque: la ferita del mondo reale attraverso l’immissione nel mondo stesso della Parola. Ma mentre il Fiat Lux viene dall’esterno e permane in uno stato esterno, il Sii!, il Kun si irradia direttamente dall’Uomo primordiale in Dio nell’Uomo nuovo d’Argilla, al di fuori di Dio. Il Pellegrinaggio islamico ha un’importanza infinita, rispetto all’intero sistema religioso musulmano. L’Uomo è in fase di Kalàm, parola creativa, ferita che lo allontana in massima misura dal Paradiso in cui era con Dio. Nella Mecca, la Casa di Allah, l’Uomo ritorna. Abramo è lì che mantiene aperto per l’Uomo che ri-torna l’accesso allo stadio di purezza primordiale, con quest'’ppello:
”fu inteso da tutto ciò che esiste tra il Cielo e la Terra, nei lombi degli uomini e negli uteri delle donne, e si fissò nei cuori che Allah aveva predisposto alla Fede.”

Quando Allah mostra, vantandosi, i suoi pellegrini alla Mecca, ai suoi Angeli, questi, capendo la Gloria che Egli andava ad adempiersi, per via della looro reticenza su di Adamo:
“ Stai per porre sulla Terra qualcuno che va a seminare la corruzione e spargere il sangue?”


APPENDICE 1

SULLA FORMA DELLA KA’BA :
alcuni studi della massoneria islamica
Uno studio recente massonico ha mostrato il rapporto armonico delle misure architettoniche della Ka’ba, rispetto alla massoneria stessa.
Lo studio prende in esame l’altezza della costruzione, 16 metri: questa misura poggia sul rapporto armonico tra i numeri 3,4 e 5alla 25esima.
Questi numeri intervengono nel calcolo platonico del ‘numero nuziale’, di cui parla appunto Platone nellìOttavo Libro della Re Pubblica

Dice Paltone in Re Publica
Libro VIII – 134 e seguenti:

(…)V’è per la prole divina un numero compreso da un numero perfetto, e per quella umana un altro in cui per primo progressione di radici e potenze avendo 3 intervalli e quattro termini di numeri assomiglianti e differenzianti, eccedenti e deficienti, danno un risultato in tutto proporzionale e razionale(…)

Numero perfetto è quello in cui la somma dei divisori uguale al numero stesso. Es: 6 = 1+2+3.
Un simile numero governa il periodo della generazione celeste.
Il numero perfetto della generezione umana è invece 216, cubo del 6. A esso si giunge, moltiplicando fra loro, progressioni di radici e potenze a tre intervalli e quattro termini, cioè le serie:

1:2:4:8
1:3:9:27
disegno 2) in apertura di articolo

E’ evidente poi nella forma stessa del Tempio, circolare all’origine in quanto Tenda di Adamo, quindi ‘intermedia’ ai tempi di Abramo e infine Cubica nell’Islàm, sembra seguire delle fasi di un ciclo di manifestazione , dall’indifferenzazione primordiale del suo polo celeste, fino alla sua stabilità finale e all’arresto che segna l’avvicinamento del suo polo sostanziale.


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