lunedì 4 maggio 2009

IO SONO IL VERO!!!

riflessioni su quanto accade a Mohammed

In verità Noi creammo l’Uomo di Migliore Statura fra tutti…
Questo narra il dio del Corano.
E questo Mohammed ‘vide’ raccontarsi da Allah, in una sorta di estasi mai descritta. Ora Mohammed trasmise le sue visioni in forma di rivelazioni divine. Non ci spaventi. Siamo nell’ambito di una religione, quindi in un sistema di controllo, e dio è un limite esterno di tale sistema. Concordo.
Ma non si può fare a meno di volgere lo sguardo alla terra Mesopotamica, primordiale e gravida di memorie manifeste e occulte. La Mesopotamia è il nostro punto di partenza per analizzare una strana religione, l’ultima che dice di se di non essere l’ultima… infatti Mohammed è IL Profeta\Uomo ma non è detto che UN altro Uomo\Profeta possa ascendere agli stati dell’estasi profonda. A differenza delle due grandi religioni che l’hanno preceduta, il Giudaismo e il Crisitianesimo, tutto il peso della Verità divina è sostenuto da un Uomo, il Profeta, che accoglie l’infusione di Dio il Corano.
La culla di questa strana forma contemplativa, evolutasi poi in un sistema di controllo al pari del resto delle religioni, forse il deserto popolato da entità eteree i JINN che non sono di per se malvagi, hanno alcuni di questi una colpa nei confronti di Dio: aver rubato agli Angeli alcuni segreti per rivelarli all’Uomo. Gesù ebbe tentazioni nel deserto. Ma qui non c’è Satana, se mai ci sono coloro che DA SEMPRE hanno abitato presso l’Uomo e con l’Uomo. Satana in questa visione delle cose è straniero e di altra razza.
Furono forse gli Ifrit a trascinare l’Uomo verso una conoscenza senz’anima? Non possiamo saperlo, però di certo E’ SCRITTO dall’Uomo\Profeta che questi vennero redarguiti da Dio.
Il Mondo islamico non possiede Bene e Male. Quindi Satana non ha posto.
Un mondo però sottoposto a un sistema di controllo molto rigido, come la Legge o Sharìa, che impone cinque regole fondamentali che permeano l’intera giornata di un credente. Ma sorvoliamo per ora quest’aspetto. Perché preme far sapere che per quanto ci possa interessare, l’Islàm è anzittuto l’unica religione dell’Unità. Non è la religione del Dio Unico, come l’Ebraismo, né la religione della Trinità come il Cristianesimo . E’ un sentiero ispirato dai venti del deserto, che cammina attraverso una via strana, quasi anarchica, per raggiungere uno stato di se dell’Uomo che uno dei più grandi mistici Sufi dichiarò ai venti: ‘ IO SONO IL VERO’.
C’era qualcosa nell’Uomo \ Profeta, che lo trascinò verso la contemplazione dell’Uno. Quella stessa cosa che ostinatamente nelle estasi dei Sufi fa dire questo:
“O Anima! Quando sarai monda dalla macchia terrestre
Come libero spirito ascenderai verso il cielo
Tua sede è l’empireo vergogan su di te
Che pretendi di risiedere in questa casa di creta”
(Khayyami)
Ma qualcosa non torna.
Il Sufi che proclamò: “Io sono Lui!” venne ucciso dai fedeli islamici, perché disse di se di essere se stesso, Dio.
Poi la storia prese un altro corso e a tutt’oggi quella figura è considerata santa o odiata nel profondo, secondo gli uomini che la osservano.
Dissero che quel Sufi non voleva affermare la sua stessa essenza divina, che semmai era entrato in Dio.
Restano le sue parole lasciate nel deserto, udite da alcuni Jinn, sempre unici testimoni della venuta sul mondo dell’Uomo e della sua esistenza eterna con la sua divinità interiore
A questa mai vista prima forma di contemplazione umana, venne data una regola, venne incanalata, e resa schiava di modelli religiosi.
I Jinn riferirono a dio dei Sufi che andavano riappropriandosi dell’Uno?
E’ probabile. Dio ( parlo di dio come essere reale, tangibile e sensibile che osserva e capeggia le sue schiere) si era lasciato avvicinare dall’Uomo e l’Uomo per sua stessa natura vera divina, si è trovato a oltrepassare il limite e a riprendersi egli stesso la sua essenza. Dio oltre dio, il Dio nell’Uomo, L’Uno generante e coscienza di ogni cosa.
Mohammed era in continua corsa sulla Scala che egli stesso vide e percepì nel deserto. Una scala protetta da Angeli divisi in due schiere, una a destra e l’altra a sinistra, gli angeli sulla fila di sinistra oscuri, esseri di fuoco, neri come pece, imponenti e dalla voce ruggente. Sulla destra angeli dal volto chiaro come la luna piena, con pelle d’alabastro. Ma qualcosa in lui andò molto oltre. E venne bloccato dalla rivelazione ricevuta da dio dai Jinn. Sicchè Mohammed non vide mai dio. Arrivò a due tiri d’arco da lui. E lì s’arresto per sempre. Ma aveva aperto una via strana a chi tentava di accedere con l’estasi oltre la realtà materiale dei corpi d’argilla. Quella stessa che portò alcuni Uomini ad attraversare i due tiri d’arco, e penetrare nell’Origine stessa dell’Uomo, l’Uno.
Io Sono il Vero!
Nessun essere umano nel seno delle religioni , in tutte, oggi si permette una simile esclamazione. Semplicemente perché nel deserto Uomini e Ginn parlarono, mentre Ifrit rubarono quanto venne detto da dio e dagli angeli sulla Verità. L’Uomo sapeva nelle sabbie del deserto che un’era di controllo da parte delle Religioni Mesopotamiche e Politeistiche andava concludendosi, qualcuno si stava portando su una via diversa, aveva capito che era Uno e Uno era da sempre.
Ma poi perché si arrestò?
Fu dio a chiamare Mohammed per la ‘salita’.
E fu quello il momento in cui l’Uomo arrestò la sua liberazione?E cominciò a credere in dio…

martedì 28 aprile 2009

IL CALIFFATO DI DIO

IL SUO REGNO SARA’ IN QUESTO MONDO

E Allah, allora, vista la perplessità degli Angeli si rivolse loro:
- Io so ciò che voi non sapete
- Ed insegnò ad Adamo tutti i nomi di tutte le cose poi lo presentò agli Angeli, dicendo loro: or ditemi i loro nomi se siete sinceri.
- Ed essi a lui risposero: “Gloria a Te! Noi non sappiamo altro di quel che Tu ci hai insegnato, poiché Ti sei il Saggio, il Sapiente.
- Ed Egli rivolto ad Adamo disse: “O Adamo dì loro dunque i nomi di tutte queste cose!… [ CORANO II / 30-33]

Adamo è stato eletto per accogliere ciò che non possono gli Angeli. Il Cuore di Adamo diviene la Conoscenza stessa dell’Uomo, i musulmani chiamano QALB quest’essenza di sapienza non infusa ma pre-esistente nell’Uomo stesso. Dio palesa l’Uomo agli Angeli, dicendo chiaramente le sue intenzioni:
- In realtà sto preparando il mio Khalifa (Califfato, regno) sulla Terra (…)

Dio non vuole essere partecipe di altri cori se non quelli umani.
Lo dice il Sufi durante il Dhikr Allah, e Dio stesso:
Coloro che rammentano il nome Santo di Dio in piedi o coricati sui fianchi – [CORANO III / 191]

Secondo l’hadith Qudsi (Tradizione Sacra): Coloro che mi ricordano nel loro cuore, Io mi ricordo di loro nel Mio Cuore. E coloro che ricordano di Me nelle riunioni, Io Mi ricordo di loro in una riunione migliore di Loro.

Tutto questo ci porta a credere in un bisogno spasmodico di Allah dell’Uomo. Allah ode l’Uomo mentre lo invoca, attraverso la parte vibrante e creativa il Qalb, Cuore, il Qalb si apre totalmente nel Dhikr, essenza della mistica sufi, cioè la ripetizione della Parole Omni Comprensiva e Omni Essente di Allah.
La lettera araba NUNAllah è il cerchio che parte dal Qalb e si apre accogliendo il Punto Supremo, Dio come la lettera araba la Nun: ﻥ


Compimento del Dhikr: Stato di totale apertura dell’Uomo Tutto che permette di comprendere Dio Tutto

Opera del Dhikr: Dio (punto) trascende nell’Uomo\Poetico (cerchio)

Dio ama il Coro del Cuore Umano, e unendo i Cuori sente aperta la Porta alla via dell’Unico. Sicché pretende dagli Angeli stessi che attornino i Cori Umani,

“Allah Ta’ala ha angeli che vagano nelle strade per trovare la gente dello DHIKR, cioè coloro che dicono: - La Ill’Allah - e quando trovano un gruppo di gente (Qwam) che recitano lo Dhikr, si chiamano l’un l’altro e li circondano in strati sino al Primo Cielo, la collocazione nella quale risiede la conoscenza di Allah.”

Non sono quindi i cori angelici grati all’Unico ma quelli umani.
L’Uomo è l’ente dotato dalla creazione della creatività. L’atto di creazione umano spinge la volontà verso la sua Origine nell’Unico, si apre il suo essere e l’Unico avanza in Lui.
L’Uomo non è che aspirazione al ritorno in se stesso, all’Origine?

LA STELLA

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CORANO CXVI


SURA DEGLI UOMINI


Nel Nome di Dio Clemente Misericordioso

IO MI RIFUGIO PRESSO IL SIGNORE DEGLI UOMINI
RE DEGLI UOMINI
DIO DEGLI UOMINI
DAL MALE SUSSURRATORE FURTIVO
CHE SUSS URRA NEL CUORE DEGLI UOMINI
DAL MALE DEI GINN E DEGLI UOMINI


LA CASA DI ALLAH

E’ ora di capire il motivo di un atto imprenscindibile dall’Islàm: il Pellegrinaggio e il Concetto di Casa di Allah.

LA STELLA


Shi’ar si leva nel cielo mesopotamico e traccia la ‘Via’ perfetta dell’uomo che erra continuamente…l’Uomo Profeta sente dirsi: “ E non vi abbiamo forse trovato erranti?…” e ora ricorda quando venne detto a Mohammed:

CORANO XCIX – 1- 4.
“1 Quando la Terra sarà scossa da uno scuotimento 2 quando la Terra rigetterà i suoi fardelli 3 quando l’essere umano chiederà : Che ha Mai? 4 Quel giorno essa porterà i suoi racconti (…)”

Da quante ere il deserto venne abitato da entità immani ed eterne?
Shi’ar è nel cielo da sempre, per volontà Sua, del Creatore che ora non è più nel Profeta, ma è andato oltre, oltre quei due tiri d’arco, mentre l’essere umano, che un giorno chiederà alla Terra: che hai mai? Egli è rimasto legato, e la Stella, Sirio, Shi’ar gli deve rammentare ogni notte della sua esistenza sino al giorno del giudizio che ormai è introppolato nella sua Via, la Sharìa.

Il Profeta sapeva che la Voce del Sacro Recitato, un tempo udita assieme ad altre entità nelle brume aride e roventi della Terra di Mezzo, ora era solo la Voce.
Shi’ar doma la Sharìa e il suo Signore, il Signore di Sirio è Allah.
Al Shirà è la sua costellazione, il Canis Majoris, e AlSShir’à Al’abwur è la via tracciata dagli astri stessi che conducono alla sua porta: la Via Lattea. Allah è il Singore dei Mondi, questo gli venne detto al Profeta ma non più a colui che andò oltre dio.

CORANO LIII \ 48-49
“(…) Egli è certo il Signore colui che arricchisce e fa acquisire, Egli è il Signore di Sirio (…)”

Ma i ricordi del Profeta si stendono sulla Mecca, e sulla Pietro Nera che Abramo, secondo il Nuovo Ordine che il dio andava scrivendo nel deserto arabico, avrebbe posato per suo volere, la Ka’ab. Shi’ar è la Pietra Bianca secondo il Vecchio Ordine della natura mesopotamica, e Hubal difendeva la Pietra Nera dai sacerdoti della Pietra Bianca.
Shi’ar insolitamente ha un nome che evoca l’antica Madre Isthar, e Manat era l’antica dea della Mecca, che lo stesso Profeta ricorda:

CORANO LIII \ 19-20
“(…) Egli ha visto i Suoi Più grandi Segni – Ha visto All at All Uzza e Manat la terza? (…)”



Nel Viaggio Notturno, Allah proferisce:
(…)Ponemmo all’Inferno i nostri angeli forti, duri e crudeli, affinchè compissero e osservassero quel che comandammo ed essi ci obbedissero…(…)
Gabriele a Mohammed rivela:
Dio ha creato gli angeli infernali dal fuoco e nel fuoco si nutrono, vivono nel fuoco come i pesci nell’acqua, un’ora senza fuoco morirebbero…

E queste creature celesti hanno in se stesse cicli di ere:
70.000 anni Dio fa bruciare il Primo Fuoco, che diviene Rosso, 70.000 anni dura anche il Secondo Fuoco che diviene Bianco, 70.000 anni brucia il Terzo Fuoco che diviene Nero. E’ il Fuoco che arde senza fiamma.

Nel cuore della Città Santa, Mecca, si leva la Roccia Sacra, ammantata da un velo nero. Abramo la pose lì, cuore di un mondo legato ai primi giorni della Creazione, quando l’Uomo si fece di terra, per essere creazione e creatore.
La Ka’ba al centro della Mecca obbliga chi segue la Parola di Allah a farvi ‘ritorno’ almeno uina volta nella vita. Non si tratta di un ‘viaggio d’andata’ ma di un cammino di ritorno.
La Casa, la Baith del Pellegrinaggio prelude uno stato supremo dell’essere Uomo, giunto attraverso il tawhìd: soffi profumati dell’Identità Suprema.
L’Hajj, il grande pellegrinaggio è preludio al ‘ritorno notturno’ alla Casa, al compimento di dello stato sovra individuale della propria coscienza.
Sia l’Hajj quanto l’Hijj il Grande e il Piccolo Pellegrinaggio, Ibn Al Arabi, mistico sufi e filosofo arabo, dice di Hajj e Hijj: “comprendono nelle loro stesse parole tutto ciò che è riferito allo sviluppo possibilità dello stato umano visto nella sua integralità.”

LA CASA DEL SIGNORE DEI MONDI.

Mecca è il Cuore del Mondo dunque. La meta finale verso la quale l’Uomo deve tendere, per compiere l’ultimo atto della sua volontà: tornare Parola. L’Uomo sa che Kalàm, parola, segna un ricordo ancestrale, la Kalm, ferita. La Parola indica lo stato dell’Attualizzazione nella quale l’Uomo d’Argilla manifesta la propria creatività: mawijud, la sua esistenza attuale. E la Parola è la cesura fra coloro che prima erano gli abitanti di Ka’ba:
prima della discesa di Adamo, il santuario velato della Ka’ba era un centro di pellegrinaggio degli Angeli. E’ lo stesso Mohammed che afferma:
“Prima che Adamo discendesse dal Paradiso, il Tempio (al Bayt) era Giacinto dei giancinti del Paradiso.
Dunque non si parla di un ‘luogo’ terreno. Non è una regione nostra, né del Giudizio Finale, si tratta invece della Terra Celeste, o Terra dei Viventi. Con il resto del fango dal quale venne creato Adamo, fu fatta la terra.
Mecca è la terra della Verità Essenziale dunque, dell’atto creativo (Uomo) e dell’atto ordinante (Angeli).

Ora l’Uomo islamico ha in se il mistero delle sue origini prima della sua ‘dimenticanza’ , nisyàn. L’Uomo in Allah era Imru o Rajul… radice che dovrebbe ricordarci quanto visto nella 2a parte della nostra indagine: MR l’Amar o Amor, il significato di Gesù. L’Uomo era Amore in Dio, prima della sua emanazione e della successiva creazione nell’argilla come atto di volontà creativa infusogli da Allah. Ora che l’Uomo è nella realtà attuale, nel mondo della wuyùd, creato e creante, ma in uno stato di nisyàn, Uomo diviene nàs e quindi Insàn. Ora, l’Uomo / Insàn è colui che compie il Pellegrinaggio, l’unico atto obbligatorio dell’Islàm.
Il Pellegrinaggio è visibile in due sfumature distinte. Come Hijj, ossia il Pellegrinaggio Iniziatico e Hajj, Pellegrinaggio Comunitario

Nella Mecca si hanno due realtà che si fondono nella Verità Essenziale:
l’Uomo /Parola / Creazione e gli Angeli / Messaggio/ Ordine.
L’Uomo Adam è Kun, sii!, ordine creante imperativo del Dio Tutto. Gli Angeli sono Kalam: parola, Malak è il nome arabo di Angelo. Malak è l’iscrizione contraria esatta di Kalam. Il loro nome di forma leggendo da destra, principio ordinante, il concetto della Parola creante e forma attualizzante dei coabitanti del Mondo, gli Uomini. Ma gli Uomini nella Kalàm hanno il principio temporale, non la loro essenza, loro sono Kun, sii!, imperativo al quale non possono sottrarsi. Dio ha detto all’Uomo, mentre erano ancora Tutto nell’Uno, sii!, e l’Uomo Fu, non venne creato. Prima trascorse l’idea del Kun quindi venne la Kalàm che trasportò l’Uomo all’argilla. Malak furono invece coloro che trasferiscono Kalàm di Allah verso l’Uomo \ Kun.
Si narra che Mohammed incontrò una donna, la quale compiva il suo pellegrinaggio, astenendosi dal parlare. Egli le disse: Ttakallam! Parla! Non vi è pellegrinaggio per chi non parla”
Il filosofo Ibn Arabi racconta questo fatto come la sostanza stessa dell’Uomo: è dal Verbo Sii! che abbiamo forma, e la Parola Kalàm è la nostra manifestazione attuale, il silenzio è la non manifestazione.

Soffermiaci sul Kun islamico.
Nella genesi giudaica e cristiana, il concetto di Sii! Viene espresso con il Fiat Lux, non con la creazione dell’Uomo.
2
1La Creazione è associata con lo Yod ebraico (1) e Yaa arabo (2),


L’Uomo è dotato di ‘attualizzazione’, la cui realtà essenziale risiede nel verbo proferito il Nutq. Lo Yod è la Ferita che quest’attualizzazione umana compie nell’atto creativo attraverso lo stato temporale. Fiat Lux, e Sii sono gli stessi momenti della Creazione dunque: la ferita del mondo reale attraverso l’immissione nel mondo stesso della Parola. Ma mentre il Fiat Lux viene dall’esterno e permane in uno stato esterno, il Sii!, il Kun si irradia direttamente dall’Uomo primordiale in Dio nell’Uomo nuovo d’Argilla, al di fuori di Dio. Il Pellegrinaggio islamico ha un’importanza infinita, rispetto all’intero sistema religioso musulmano. L’Uomo è in fase di Kalàm, parola creativa, ferita che lo allontana in massima misura dal Paradiso in cui era con Dio. Nella Mecca, la Casa di Allah, l’Uomo ritorna. Abramo è lì che mantiene aperto per l’Uomo che ri-torna l’accesso allo stadio di purezza primordiale, con quest'’ppello:
”fu inteso da tutto ciò che esiste tra il Cielo e la Terra, nei lombi degli uomini e negli uteri delle donne, e si fissò nei cuori che Allah aveva predisposto alla Fede.”

Quando Allah mostra, vantandosi, i suoi pellegrini alla Mecca, ai suoi Angeli, questi, capendo la Gloria che Egli andava ad adempiersi, per via della looro reticenza su di Adamo:
“ Stai per porre sulla Terra qualcuno che va a seminare la corruzione e spargere il sangue?”


APPENDICE 1

SULLA FORMA DELLA KA’BA :
alcuni studi della massoneria islamica
Uno studio recente massonico ha mostrato il rapporto armonico delle misure architettoniche della Ka’ba, rispetto alla massoneria stessa.
Lo studio prende in esame l’altezza della costruzione, 16 metri: questa misura poggia sul rapporto armonico tra i numeri 3,4 e 5alla 25esima.
Questi numeri intervengono nel calcolo platonico del ‘numero nuziale’, di cui parla appunto Platone nellìOttavo Libro della Re Pubblica

Dice Paltone in Re Publica
Libro VIII – 134 e seguenti:

(…)V’è per la prole divina un numero compreso da un numero perfetto, e per quella umana un altro in cui per primo progressione di radici e potenze avendo 3 intervalli e quattro termini di numeri assomiglianti e differenzianti, eccedenti e deficienti, danno un risultato in tutto proporzionale e razionale(…)

Numero perfetto è quello in cui la somma dei divisori uguale al numero stesso. Es: 6 = 1+2+3.
Un simile numero governa il periodo della generazione celeste.
Il numero perfetto della generezione umana è invece 216, cubo del 6. A esso si giunge, moltiplicando fra loro, progressioni di radici e potenze a tre intervalli e quattro termini, cioè le serie:

1:2:4:8
1:3:9:27
disegno 2) in apertura di articolo

E’ evidente poi nella forma stessa del Tempio, circolare all’origine in quanto Tenda di Adamo, quindi ‘intermedia’ ai tempi di Abramo e infine Cubica nell’Islàm, sembra seguire delle fasi di un ciclo di manifestazione , dall’indifferenzazione primordiale del suo polo celeste, fino alla sua stabilità finale e all’arresto che segna l’avvicinamento del suo polo sostanziale.


domenica 26 aprile 2009

MUTILAZIONI ANIMALI




PRIMO APPROCCIO SULLE MUTILAZIONI ANIMALI
E SULLE REGOLE ALIMENTARI ISLAMICHE

COR. XXIII – 117 – : CREDETE FORSE CHE NOI VI ABBIAMO CREATO PER GIOCO E CHE NON SARETE FATTI RITORNARE A NOI?

Queste parole tuonarono nel cuore del Poeta, Dio stesso ammoniva il suo Profeta, Mohammed, mentre in lui si compiva il Corano. Ibn Al Farid vergò alcuni versi mistici, perché rendessero l’apoteosi ottenuta perserguendo i dettami divini. Dettami che Allah infuse in coloro che si scagliarono nell’infinito attraverso la Ruh (Anima) giungendo a conoscere il succo stesso della loro poesia: Io sono Lui, Io sono il Vero.

Questi dettami colsero subito l’anima della poesia di Al Farid, ascoltate cosa scrisse della Sharìa, la Legge dell’Unico:

Nessuna Cosa è vana e le creature non sono state create inutilmente
Quantunque le loro azioni non siano rette.
Le loro faccende seguono la natura del loro essere
Giacché la Sapienza ha stabilito una Legge!
La loro libera azione di agire risulta dalle espressioni:
E Non E non
Pronunciate da Dio
Così dunque devono conoscenza le cose
O non si ha da conoscere nessuna cosa
Così deve essere letto il Corano ogni mattina.

Ora lo spirito irrequieto del sufi alla ricerca dell’estremo se stesso si incanala nelle forzate sponde costruite da una religione che piano sorge e diviene tale avvolgendo i poeti del Vero.

Per ogni cosa della vita c’è una regola.
L’Uomo non viene abbandonato in alcun modo da queste leggi.



COR.: CXXV – 36 -: crede forse l’Uomo che egli sia lasciato abbandonato a se stesso?

L’Uomo dal momento in cui chiuse le sue parole nel giardino della religione non fu mai più liberato dalla presenza di dio.
Questo punto delle regole onnipresenti nella Sharìa fa riflettere su alcuni importanti aspetti accaduti.
Immaginiamo di essere dinnanzi a questa scena:
un uomo del neolitico caccia un grosso animale, lo trafigge con la sua lancia, lo osserva mentre muore, dissanguandosi. Stilla a stilla il sangue abbandona il corpo dell’animale, trascinandosi via la sua vita. L’animale goccia dopo goccia si spegne, come un fuoco senza più paglia.
Non passerà molto tempo e gli uomini di quell’epoca individueranno nel Sangue (DaM) la Linfa della Vita, il succo della vita, il Vino vitale prodotto dalla carne: l’HaMR.

IL SANGUE

Il Sangue è alla base del concetto della DAKAT TADKIYA, la macellazione rituale islamica. E di questo parliamo. Assieme a un argomento che sembra incastrarsi idealmente in questo panorama talora apperentemente sinistro, ma con una sua precisa ragion d’essere.
Si sente parlare di ‘Regole Alimentari Islamiche’, ma dobbiamo andare molto indietro nel tempo, prima che l’Islàm vedesse la sua luce, lo dobbiamo fare perché i musulmani autorizzano la ‘Gente del Libro’ cioè ebrei e cristiani a macellare la carne destinata al consumo islamico, questo non avviene solo per la vicinanza delle religioni, ma perché vi è alla base un’idea originaria che alcune specie animali ispirino all’uomo il rifiuto all’aggressività innata.
Le regole del sacro servivano a delimitare la divinità, e l’impurità, definisce la possibilità di contaminazione con essa.
Ancora più duro in questa prospettiva è l’uso del termine ‘KDSH’ in ebraico: separato, la radice è la medesima di santo.

Levitico 45: Sono io Jhavè, che vi ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, per essere il vostro dio: voi quindi sarete separati poiché io sono separato.

Negli Atti degli Apostoli: abbiamo deciso infatti lo Spirito Santo e Noi di non imporvi nulla al di fuori di queste cose che appaiono necessarie: astenersi dalle vittime sacrificale, dal sangue, dagli esseri soffocati, dalle impudicizie…

Non conosciamo moltissimo sulle regole alimentari dei primi cristiani in medio oriente, ma di


sicuro questi ripresero le regole islamiche. Gregorio Barhebreo per il Nomocanone attinge a fonti chiaramente Musulmane per redigere quello che sarà per molto tempo un testro di comportamento per i cristiani cattolici d’oriente ( siriaci netstoriani).
Perché gli uomini semiti sentirono tanto il bisogno ( e a tutt’oggi lo sentono ancora) di regolare la morte degli animali e l’ingestione della loro carne?
animale mutilato- 2)


Cosa vi è di ‘impuro’ e segreto in quell’antica radice semitica della parola DaM sangue?


Ancora leggiamo il Penteuco:

DEUT 12-23..tuttavia astieniti decisamente dal mangiare il sangue, perché il sangue è la vita e non devi mangiare la vita…

E il Corano ammette ( quindi secondo l’Islàm, dio stesso compie quest’ammissione) LIII 46: E che da una goccia di sangue (sperma) vi creò?

La vita scorre attraverso il sangue. E la purezza dell’uomo primitivo sta nel non imbrattarsi con la sostanza della quale la divinità si serve per creare vita.
DM di sangue è simile alla radice DMN di demone. Demn in greco manifesta la presenza di spirito in un corpo. In greco DEMO significa anche due cose precise: corpo ( nel senso di struttura delle membra, persona..) e DEMO come verbo: fabbrico costruisco. DEIMO significa invece terrore, paura…
Radici simili che nascono in un tempo antico e fra gente confinante.
Il Sangue è a oggi il deposito delle nostre paure (essendo il soggetto preferito per analisi di alboratorio) il sangue porta con se il DNA della specie.
Pensando a questi temi, il sangue DM DEMO e le regole ferree delle religioni semitiche ora facciamo un’altra panoramica temporale su un evento drammatico ripreso sin dal 1700 (guarda caso quando danno alle stampe il vecchio codex Nomocanone dei nestoriani, contenente anche le regole alimentari)
In 'Cronache in Mutilazioni Animali':
Nel 1715 un fulmine circolò per l’Abazia di Tours e non molestò alcuno dei 150 frati ma se la rifece con 22 cavalli(…)A Pietroburgo nel 1726 un fulmine globulare uccide un uomo in barca e sul cadavere si notò principalmente “Abdominis, et membri genitalis inflatio”.
Il professor Galli riporta anche numerosi esempi di animali tagliati in due per lungo e per largo dai suoi fulmini globulari e tra questi, gatti pecore ed esseri umani.”
E prendiamo di petto l’argomento delle Mutilazioni Animali.
Gli animali presentano all’esame esterno diversi tipi di asportazioni:

¨ Ampia asportazione con taglio netto del labbro superiore con interessamento delle narici fino alla cartilagine dei seni nasali
¨ Taglio netto da asportazione che interessa i padiglioni auricolari sia destro sia sinistro
¨ Incisione profonda con asportazione della regione del perineo coinvolgente vulva ed ano
¨ Asportazione dei capezzoli con tagli circolari
¨ Due fori cutanei di circa 4mm di diametro uno in posizione retroparotidea destra e l’altro sulla faccia laterale dell’avambraccio destro ad uso arrotativo
¨ Asportazione dell’apice linguale (4-5 cm di profondità)
¨ Foro di 4mm di diametro nella regione medio-laterale del globo oculare destro
¨ Alcune regioni erano state rasate

Non possiamo non fare un parallelo con questa nostra descrizine:
sono vietati nelle regole alimentari islamiche e nel nomocanone siriaco cristiano:
genitali ghiandole vescica e cistifellea
in quanto sedi della vita. Si possono mangiare fegato e milza.
Sempre sulle mutaliziani si scrive:
¨ Lo stomaco appariva repleto di materiale alimentare, che non aveva subito modificazioni digestive
¨ La mucosa gastrica però era seriamente modificata
¨ Gli organi ghiandolari, tutti, erano in condizioni di sfiancamento
¨ Il fegato era ridotto di volume e decolorato
Il pancreas, le ghiandole surrenali e la milza erano in stato di colliquazione

Gli animali che ricorrono più spesso in questo genere di orribile accadimento sono cavalli, mucche. Sia i primi quanto i secondi rientrano nell’accezione del commestibile islamico ed ebraico.

Sono vietati animali ‘ibridi’ come il mulo e l’asino domestico, ritenuto tale.
Il sangue semita DM ha una radice molto simile a DUM, parola che in arabo possiede il significato di Continuità, successione. Mucca in arabo possiede la radice BQR Bakar e BQ’ è la radice del verbo ‘macchiare’, mentre BKR sta per il verbo piangere.
Questa intuitiva similitudine ci porta a un’altra regola fondamentale della macellazione rituale islamica: l’animale non deve soffrire.
Caratteristica della mutilazione degli animali è:

Sembra quasi che le ghiandole abbiano lavorato simultaneamente ed indipendentemente dalla digestione, come se un organo abbia lavorato senza compiere la sua funzione, in questo caso la digestione. Anche tutte le altre ghiandole erano nelle medesime condizioni: il fegato per esempio, si ritrovava ridotto di dimensione e sbiancato, come se avesse compiuto il proprio ruolo fisiologico fino all’estremo.
Il fatto che siano gli organi ghiandolari gli unici ad essere interessati è supportato dalle mutilazioni stesse. Cosa hanno in comune tra loro le parti anatomiche asportate? Sono tutti tessuti con una notevole componente ghiandolare! E’ interessante il caso di una fattrice che rivelava la stessa sintomatologia delle altre cavalle ma che stranamente non era stata mutilata, come se fosse stata scartata e ritenuta non idonea; infatti, in questo animale, l’analisi autoptica rivelava che la cavità addominale risultava interessata da un’infezione parassitaria acuta. Chi eseguiva l’operazione, rendendosi conto dell’infezione che probabilmente rendeva l’animale inutilizzabile, l’aveva scartato non eseguendovi i prelievi (le mutilazioni). Il medico legale nelle conclusioni riguardanti gli altri animali, afferma che: “[…] le numerose mutilazioni rilevate sono state inferte in momenti successivi alla morte, pertanto non sono responsabili della morte degli animali”; perciò al momento dell’asportazione degli organi, gli animali erano già morti.
Le fattrici mutilate invece erano in ottima salute! A nostro parere l’animale dopo aver subito un primo processo, che aveva causato la sintomatologia interna sopra descritta e la morte per sfiancamento del ventricolo sinistro con conseguente collasso cardiaco, era stato scartato e non era stato sottoposto all’asportazione degli organi.

Antichi chirurghi con il prurito della sperimentazione si servivano dunque di animali davanti agli occhi primitivi di uomini che tentarono di regolare poi la loro vita su queste loro visioni?
Gli animali non vanno fatti soffrire perché Allah o Dio è l’ente supremo che soprintende alla vita e alla morte di tutto, quindi l’uccisione di un animale è una sorta di deroga concessa agli esseri umani. Dell’animale si deve conservare intatto il DM, la Vita, il Demone, in quanto responsabile della DUM, della successione della specie, della trasmissione del dna delle razze.
animale mutlato -3)